Lo sguardo di Amina

Medici con l’Africa CUAMM

da | 13 Set, 2019 | Blog, Parole di Lulù

“I’m very proud”. Amina è fiera di aver scelto di poter essere di aiuto nella propria terra. Sognava il resto del mondo, sognava l’Europa ma poi ha capito che voleva restare laddove era nata. Ha capito che era lì che avrebbe avuto senso fare lì l’ostetrica.
Dante (che si scriva o meno il “Don” a presentarlo) ha una forza, una commozione, una caparbietà che si intuisce dal primo saluto.
Lo si potrebbe ascoltare ore intere mentre racconta episodi, mentre spiega numeri.
Racconta la sua Africa. Quella che ha visto, quella che vede, quella che sogna.
Questa e’una storia, probabilmente la si potrebbe definire di amore e speranza. Meglio dunque cominciare dal principio.
Laurea in medicina, specializzazione in cardiologia e cuore inquieto, Dante sceglie il percorso del seminario per ricercare la “libertà interiore imprescindibile dalla totale dedizione a Dio“.
Ma Dante resta un uomo che sta sul campo, un uomo che ha bisogno “della polvere, della gente, degli spazi infiniti”. Chiede di poter partire in missione verso l’Africa e il Vescovo lo manda in via San Francesco, il che gli permetterà di fare alla fine il missionario per 6 mesi l’anno.
Don Dante, direttore della ONG Medici con l’Africa CUAMM, si emoziona mentre parla, si sente che ha il cuore “al 200 % là”, nella parte di mondo in cui esiste più bisogno. I numeri che cita per descrivere la situazione che ha trovato sono numeri che razionalmente la mente di una persona che vive in una parte di mondo più fortunata apprende, ma che forse davvero non comprende.

1 solo pediatra in tutto il Sierra Leone.
1 medico ogni 30/40 mila abitanti nella parte nord del Mozambico.
1 ostetrica ogni 20 mila mamme in Sud Sudan.

Poi ci sono i numeri della speranza, quelli che raccontano il suffisso “CON” che accompagna il nome di questa realtà. Don Dante sottolinea giustamente che i medici sono definiti con l’Africa e non per l’Africa. Una preposizione che cambia profondamente il senso della attività.

300 i medici internazionali stanziati fissi.
1500 gli operatori sanitari locali
62 i distretti sanitari
3 le scuole per ostetriche e numerose le piccole scuole per la formazione del personale sanitario.

Questa la “pattuglia di uomini e cuori” che ha come focus principale le fasce umane più fragili di tutti, le mamme e i bambini.

 

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Ma dove comincia la storia di questa pattuglia? Tra la prima e la seconda guerra mondiale, parliamo all’incirca degli anni che vanno tra il 1933 e il 1935, un giovane vicentino, Francesco Canova, studia medicina a Padova, con il desiderio di mettere a servizio del diritto fondamentale di tutti gli uomini alla salute il proprio sapere.
Parte, resta alcuni anni all’estero a seguito della laurea e quando rientra “sente la preziosità di ciò che ha fatto. Ha colto i bisogni delle persone e sente che ha il dovere di tentare di rispondere agli stessi anche una volta rientrato in Italia“.

Il CUAMM – Collegio universitario aspiranti medici missionari – nasce da un’idea del professor Francesco Canova, già medico missionario in Giordania. Canova propose la sua idea al vescovo di Padova, monsignor Girolamo Bortignon, il quale «fu pronto a dare il suo assenso». Così si legge nella storia di questa meravigliosa ONG.
Don Dante racconta i retroscena dei primi anni di attività da un punto di vista umano, ci racconta ad esempio di un medico, Anacleto, partito in nave alla volta dell’ Africa (dove resterà 12 anni, dove nasceranno i suoi 5 figli, 3 dei quali ad oggi hanno seguito le orme del padre) il giorno dopo il suo matrimonio, nel 1955, che, per pagare il biglietto della cabina insieme alla sua giovane sposa, vende in fretta e furia la sua Lambretta. Un piccolo aneddoto che ci ricorda un passaggio importante: tutto parte dal cuore degli uomini, dai gesti degli uomini, dalla loro volontà e da cio’ in cui credono.

I paesi in cui è presente Medici con l’Africa Cuamm al momento sono: Angola, Etiopia, Kenya, Rwanda, Sud Sudan, Tanzania,Uganda e Sierra Leone.
Parliamo della fascia Sud- Sahariana del mondo, “l’ultimo miglio del sistema sanitario”.

La salute delle mamme e dei bambini ha una fragilità impari. Il primo mese di vita dei neonati e’ spesso cruciale, i vaccini hanno migliorato la situazione dei bimbi di eta’ compresa entro i 5 anni, ma molto resta da fare per tutelare la salute nei primi 30 giorni.
Custodire la salute di una donna in gravidanza e’ quanto meno doveroso, i rischi maggiori sono rappresentati dal parto ostruito e da possibili emorragie in una parte di mondo in cui le trasfusioni di certo non sono semplici da garantire.
Solo numeri? Assolutamente no. Don Dante ha vissuto di persona il dramma di una donna e del suo bimbo che non sono sopravvissuti al momento del parto perché “sono arrivati in ospedale attraverso la foresta, in motoretta. Ecco, allora non puoi tollerare la ragione di quella perdita e quel dolore, quella sofferenza ti resta dentro”.
Eppure trova la forza ogni giorno, Don Dante, cosi’ come la trova ogni operatore sanitario, medico, ostetrica che fa parte di quella pattuglia. La trova nei momenti di gioia, la trova ad esempio nella forza di un padre che in Sud Sudan ha potuto salvare il figlio dal coma grazie ai medici presenti, che gli hanno insegnato a praticare una ventilazione assistita manuale al suo bambino. Una staffetta durata una notta intera che ha salvato una vita.
E Amina? Amina che abbiamo incontrato ad inizio di questa storia?
Amina si e’ laureata in ostetricia, grazie alla formazione che Medici con l’ Africa CUAMM le ha garantito. Lei e Don Dante si sono incontrati 3 mesi dopo la laurea in Sud Sudan. Lei gli e’ corsa incontro, minuta nel corpo, lo ha abbracciato commossa e lo ha ringraziato.
I’m very proud”. Amina è fiera di aver scelto di poter essere di aiuto nella propria terra. Sognava il resto del mondo, sognava l’Europa ma poi ha capito che voleva restare laddove era nata. Ha capito che era lì che avrebbe avuto senso fare li l’ostetrica”.
Ecco– conclude Don Dante- io ho visto in lei l’Africa che vorrei”.