Il taxi del buonumore
Zia Caterina è la tassista per i piccoli che hanno bisogno di sognare
Caterina Bellandi, conosciuta come Zia Caterina, fa la “tassista per amore” da 16 anni, da quando il suo Stefano le ha lasciato in eredità il suo taxi. Da quel giorno Zia Caterina, volando sulle ali di quel magico taxi colorato, oltre a svolgere il normale servizio pubblico, spegne il tassametro per accompagnare i bimbi malati di tumore all’ospedale, a prendere un gelato, a mangiare una pizza, al cinema, all’ippodromo, allo stadio e ovunque loro vogliano andare. Un’infinita condivisione di emozioni ed esperienze, attimi di normale quotidianità che creano un ricordo che resterà per sempre impresso dentro di loro ed allontanerà per un po’ le paure.
Indossa sempre un cappello gigante, un mantello e grandi gioielli per creare curiosità e attirare l’attenzione dei piccoli passeggeri. “Sono molto timida” confessa (anche se non si direbbe). “Ho sempre amato il cappello perché aiuta a comunicare e ad avere meno paura dell’altro, di chi non conosci. Il cappello comunica che sei diverso, ti dice: Tu puoi! Ho cominciato con il cappello. Poi ho messo il mantello per creare l’effetto magia. I bracciali, le collane e tutti gli ammennicoli appesi sono pezzettini delle persone e soprattutto dei bambini che incontro e che porto sempre con me e che mi fanno sentire forte.”
Zia Caterina attraversa in lungo e in largo città e paesi di tutta Italia e non solo, arriva in Albania, a Legoland, a Eurodisney, a Londra fino a partecipare al cammino di Santiago de Compostela a bordo del camper, al momento concesso in comodato d’uso dalla Laika, pensato appositamente per i bimbi che, per via della loro malattia, hanno bisogno di viaggiare comodi, bimbi che lei chiama SuperEroi poiché, ci rivela lei: “coi loro superpoteri, sfidano i loro mali e affrontano dolori incredibili con coraggio e determinazione, al pari o forse molto di più dei supereroi dei fumetti. Immortali e invincibili, i SuperEroi scelgono come essere rappresentati ed è grazie all’amica Karin Engman che prendono vita sotto forma di disegno, curato nei minimi dettagli.”
E’ un turbine di inventiva, generosità e allegria che porta i piccoli pazienti a fare viaggi eccezionali, per distrarli dalla loro condizione e condurli dentro mille avventure.
“Ho voluto partecipare a Parole di Lulù perché credo nell’importanza di trasformare il dolore, con le passioni che scuotono l’anima, col mettere a frutto i propri talenti ed emozioni condivise, in un filo magico che profuma di infinito, per unire cielo e terra, per tenere viva la memoria di chi si ama.”
Madre con figli sparsi in tutto il mondo, Zia che vizia, Fatina che senza ricorrere ad incantesimi, Caterina trasforma il dolore in amore. Profonda e buffa insieme. Più le dici basta più lei fa, più le dici vai più lei resta. Quando chi si ammala crede che tutto sia finito, lei dimostra che spesso è proprio allora che tutto sta iniziando e che, se la tempesta non passerà, lei insegnerà a ballare sotto la pioggia.