La musica è un potente mezzo di comunicazione che agevola la conoscenza, l’accoglienza dell’altro e l’integrazione tra culture lontane. E’ proprio questo il punto di partenza del progetto Bo.Ro.Fra, un laboratorio musicale settimanale svolto nei centri di accoglienza per richiedenti protezione internazionale, gestiti dalla Cooperativa Sociale Porto Alegre di Rovigo.
Bo.Ro.Fra farà tappa a Parole di Lulù 2019 con un laboratorio di danza africana attraverso ritmi tradizionali suonati da percussioni dal vivo. Un’esperienza di gruppo divertente e aggregante per sentire la propria postura, la coordinazione, l’elasticità motoria e muoversi in armonia con la musica e con il contesto.
Scopo principale del progetto è di riscoprire le tradizioni africane secondo il mezzo di comunicazione più antico, più semplice ma più potente, la musica e la danza intese come linguaggio universale. “Attraverso lo studio della musica tradizionale che ha origine proprio nei paesi di provenienza dei richiedenti protezione internazionale – raccontano gli organizzatori – abbiamo creato spazi e momenti di condivisione reciproca. Con la valorizzazione delle rispettive appartenenze culturali, cerchiamo di offrire opportunità di inclusione sociale nei contesti territoriali locali di riferimento con un programma di iniziative pubbliche, corsi, workshop e percorsi/laboratori didattici rivolti anche al pubblico scolastico”.
La musica è un potente mezzo di comunicazione che agevola la conoscenza, l’accoglienza dell’altro e l’integrazione tra culture lontane. E’ proprio questo il punto di partenza del progetto Bo.Ro.Fra, un laboratorio musicale settimanale svolto nei centri di accoglienza per richiedenti protezione internazionale, gestiti dalla Cooperativa Sociale Porto Alegre di Rovigo.
Scopo principale del progetto è di riscoprire le tradizioni africane secondo il mezzo di comunicazione più antico, più semplice ma più potente, la musica e la danza intese come linguaggio universale. “Attraverso lo studio della musica tradizionale che ha origine proprio nei paesi di provenienza dei richiedenti protezione internazionale – raccontano gli organizzatori – abbiamo creato spazi e momenti di condivisione reciproca. Con la valorizzazione delle rispettive appartenenze culturali, cerchiamo di offrire opportunità di inclusione sociale nei contesti territoriali locali di riferimento con un programma di iniziative pubbliche, corsi, workshop e percorsi/laboratori didattici rivolti anche al pubblico scolastico”.